ALTRADIMORA:UN LUOGO DI FORMAZIONE E INCONTRO

WP_20140904_004Un posto per noi: ALTRADIMORA 

 qui un video di un minuto su altradimora

Dal 2009 esiste nel basso Piemonte un luogo particolare: si chiama Altradimora.

E’ un progetto di casa e laboratorio aperto a chi lavora per il cambiamento voluto e progettato da Monica Lanfranco, femminista, giornalista, scrittrice e formatrice sul parità di genere e conflitto.

Qui si prova a costruire e a offrire momenti di comunità con ottica femminista, (aperta anche a uomini scelti) nel cuore delle colline, a 8 km da Acqui Terme.

Il posto ha un nome che evoca l’accoglienza (scherzosamente amiamo dire che la nostra è la via accogliente, e culinaria, al femminismo).

Altradimora è un luogo dove sostare per un giorno, o molti giorni, dove si può anche soggiornare solo per riposare, andare alle terme, proporre un seminario e partecipare agli appuntamenti di Officina dei saperi femministi, che si svolgono dal 2009 ogni settembre, il primo week end, (e spesso anche a giugno).

Ma Altradimora è soprattutto un luogo nel quale si fanno incontri, riunioni, seminari, eventi, cercando di recuperare uno spirito di condivisione e autogestione andato perduto e in voga negli anni ’70, proponendo argomenti di studio e discussione con ottica di genere.

A Altradimora si può partecipare ad un gruppo di formazione sulla gestione del conflitto, sulla scrittura delle donne, sulla storia dei movimenti femministi, di yoga, di cucina vegetariana.

Dal 2009 sono stati attraversati nei seminari residenziali di Officine vari argomenti, tra cui l’economia solidale, la storia delle donne, la nonviolenza, le scelte riproduttive e il fine vita, l’insegnamento, la relazione tra madri e figlie, la sessualità.

La capienza: d’inverno circa 18 persone a dormire nella casa principale in stanze con bagno, con ampio salone per riunirsi e lavorare; d’estate nella casa principale si arriva a 20/22 posti e c’è anche la dependance con un bagno e circa 15 posti letto in due piani loft. Ci sono ampi spazi dove lavorare, fare teatro, momenti di condivisione corporea.

Con le tende si può stare anche nel prato della casa, e ce ne sono due per quattro persone a disposizione.

Dal 2009, la rivista Marea ha organizzato vari appuntamenti seminariali di tre giorni ciascuno ad Altradimora, ospitando circa dalle 30 alle 50 partecipanti su questi argomenti:

nel 2009 Il corpo indocile: autodeterminazione nelle scelte della vita e del fine vita;

nel 2010 Corpo a corpo: rapporti e conflitti tra generazioni di donne; nel 2011 Tutto su mia madre- luci e ombre dell’essere figlie, madri e non madri,

nel 2012 a giugno Prendi i soldi e scappa: denaro, potere, dono, gratuità e a settembre Storia delle donne storia di donne,

nel 2013 Politica: sostantivo femminile,

nel 2014 Nonviolenza e femminismo,

nel 2015 a giugno In-segnare: come trasmettere i saperi e a settembre Quale libertà nel mio piacere: sessualità, eros, desiderio.

2016 (giugno) Conflitti

2016 (settembre) Distacchi

2017 (giugno) Ecofemminismo

2018 (giugno) Di chi è il mio corpo?

Nel luglio 2018 il Mediterranean Women’s Fund ha tenuto tre giorni di incontro con attiviste giornaliste da 8 paesi mediterranei per la realizzazione di una piattaforma web informativa femminista in cinque lingue per la diffusione delle notizie e delle attività delle donne dai vari paesi.

2019 Se il corpo è in vendita, con la partecipazione di Rachel Moran, attivista abolizionalista, Loredana Rotondo(seconda parte) prima parte, del collettivo che ha prodotto il docufilm Processo per stupro e il collettivo di Resistenza femminista

Tre le facilitatrici ai seminari abbiamo avuto Lidia Menapace, partigiana, Erminia Emprin Gilardini, Giancarla Codrignani e Laura Cima, parlamentari, Rosangela Pesenti, scrittrice e terapeuta, Mina Welby, attivista radicale, Beatrice Monroy, scrittrice e narratrice, i gruppi teatrali L’una e l’altra (Trieste), Interezza (Torino) e Stregatti (Alessandria). Abbiano anche ospitato nel 2018 la presentazione di Processo per stupro con Loredana Rotondo e del Corpo delle donne di Lorella Zanardo;  e nel 2019 del libro di Giuliana Sgrena Dio odia le donne .

Al sito di Marea e a quello di Altradimora sono disponibili tutti i programmi.

In tutte queste occasioni sono stati registrati gli interventi e messi on line su ALTRADIMORA e poi realizzati numeri speciali della rivista.

Entrando nel sesto anno da quando Altradimora e l’idea di Officina dei saperi femministi (così si chiama il soggetto che propone i seminari) sono germogliate penso che il problema non ancora risolto sia quello, annoso e condiviso dalla maggior parte dei luoghi di donne, della povertà delle risorse economiche, a fronte, al contrario, della ricchezza delle idee e dei progetti che abbiamo.

Il tentativo di partecipare a bandi regionali o nazionali per accedere a finanziamenti è fin qui stato fallimentare, in parte perché i bandi sono complessi e i titoli richiesti sono un vero percorso di guerra, perché il tempo da dedicare alle questioni tecnico burocratiche è enorme, perché siamo poche a potercisi dedicare e in molte ad essere povere e quindi diventano farraginose le ricerche di partenariato: molte relazioni sia personali che politiche tra gruppi e singole si infrangono, in tempi di penuria, quando si tratta di dividersi la scarsa economia disponibile, e questo è uno dei punti (dolorosi e sui quali la reticenza è altissima) sul tema del denaro che ancora non siamo riuscite a dipanare.

Resta il fatto che Altradimora è una scommessa sul futuro in tempi presenti di buio e di povertà: quello che accade ogni volta che ci incontriamo, mi pare, è il segno che l’offerta di luoghi non rituali e preconfezionati di scambio ed elaborazione, unitamente poi al fatto di tesaurizzare ciò che accade lì e renderlo disponibile con la rivista e la radio, è ancora un bisogno reale di molte, e una opportunità anche per donne di età diverse che non hanno alle spalle una formazione femminista o politica di lunga data.

Non c’è dubbio che il progetto nasce dal desiderio personale di una femminista che ha investito una parte dell’eredità ricevuta dopo la morte di mio padre, perché da sempre sognavo un luogo dove mescolare vita, formazione, politica e convivialità.

Pur pensando, e sapendo, che nulla è eterno e che l’Italia non è terreno, non solo ora per via della crisi ma da decenni, dove hanno successo le imprese di condivisione collettiva (al contrario di luoghi come Salecina in Svizzera, o delle case delle donne in Svezia e Spagna, solo per citare alcuni esempi) sono convinta che continuare a fare proposte di elaborazione sui temi relativi alla differenza di genere, e proporre anche appuntamenti aperti agli uomini, sia non solo una forma di resistenza, ma anche un investimento doveroso.

Senza voler essere un luogo decisionale né una sede che propone una linea di pensiero dettata da questo o da quel gruppo Altradimora e la sua Officina stanno diventando, si è detto più volte ai seminari in questi anni, un appuntamento e un luogo che scandisce tappe e segna, individualmente e collettivamente, l’esperienza politica femminista di tutte coloro che ci si avvicinano. Non è poco, continuiamo a tenerci strette. altradimora